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Intercettazioni: costano 250 milioni all’anno

Le intercettazioni telefoniche costano al ministero della Giustizia, in media, 250 mln l’anno. Gli ultimi dati disponibili, secondo quanto rileva l’Adnkronos, sono relativi al 2016, con una spesa di 70 mln nel primo quadrimestre e una stima di 230 mln per l’intero anno. Nel 2015 la spesa è stata di 245 mln, in leggero calo rispetto ai 250 mln del 2014 e del 2012 ma superiore ai 235 mln spesi del 2013.

Allargando la visuale agli anni precedenti, il trend delle uscite per questa voce di spesa segnala un segno meno, passando dai 300/280 milioni del 2009 e 2010 ai circa 260 milioni del 2011, fino a scendere, appunto, intorno a quota 250 milioni. Tanto che nell’ultima ‘Relazione sullo stato delle spese di giustizia’, relativa al secondo semestre 2015 e al primo semestre 2016, si evidenzia “una forte flessione” della spesa.

“Anche per le intercettazioni, come per la generalità delle spese di giustizia, si deve tener presente – afferma il documento di via Arenula – che non è possibile prevedere, con precisione, quella che potrà essere la spesa di un dato anno in quanto detta tipologia di spesa è fortemente condizionata da imprevedibili esigenze processuali, nonché dai tempi con cui gli uffici giudiziari procedono alla liquidazione delle fatture (che avviene con decreto del magistrato) che risentono, tra l’altro, delle note carenze di personale che da anni affligge gli uffici giudiziari”.

La dotazione di bilancio è stata ridotta a seguito di una serie di disposizioni normative. A partire dal decreto legge sulla spending review che prescrive al mistero della Giustizia di “adottare misure volte alla razionalizzazione dei costi dei servizi di intercettazione in modo da assicurare risparmi di spesa non inferiori a 40 mln a decorrere dall’anno 2013”. La legge di stabilità 2013 prevede ulteriori risparmi di spesa per 10 mln da conseguire stabilendo “un canone annuo forfettario per il ristoro dei costi sostenuti dagli operatori telefonici”.

La legge del 2015 per la ‘riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche’, in attesa della realizzazione del sistema unico nazionale, delegava il Governo ad adottare, entro 8 mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la ristrutturazione e la razionalizzazione delle spese di intercettazione. L’adozione di questi provvedimenti, spiega la relazione di Via Arenula, “avrebbe dovuto portare a un risparmio di spesa del 50% delle voci di listino delle spese obbligatorie e all’adozione di un tariffario nazionale per le prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione con consistenti risparmi di spesa”.

Ora, pur non essendo stata esercita la delega, il ministero della Giustizia intende “effettuare un attento monitoraggio degli importi corrisposti per il noleggio degli apparati in tutti gli uffici giudiziari del Paese, in modo da poter disporre di una base dati completa e aggiornata, da utilizzare quale supporto conoscitivo per ogni iniziativa finalizzata ad ottenere, in materia, opportuni risparmi di spesa”.

(Fin/AdnKronos)

 

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