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Anche i neuropsichiatri infantili contro l’abolizione dei Tribunali per i minorenni

 

La presa di posizione della Sinpia, servono reti specialistiche e luoghi dedicati

     Milano, 9 mar. – “No alla soppressione dei Tribunali per i minorenni”. L’altolà arriva dalla Sinpia, la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, che ritiene “indispensabile esprimere una ferma opposizione alla proposta riforma della giustizia, in discussione in questi giorni alla Commissione Giustizia del Senato (Ddl n. 2953-a ‘Delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile’), che prevede, tra l’altro, la sostanziale abolizione dei Tribunali per i minorenni”.

     I neuropsichiatri infantili prendono posizione spiegando di lavorare “ormai da alcuni decenni, in modo proficuo su tutto il territorio nazionale in stretto raccordo con una fitta rete di interlocutori istituzionali dei quali fanno parte anche le Procure minorili e i Tribunali per i minorenni”. Un’alleanza fatta di “mutui scambi, basata sulla condivisone di saperi, sensibilità e specializzazioni – sottolineano gli esperti in una nota – che ha permesso il consolidamento di una cultura del diritto minorile che, in molti diversi ambiti su scala nazionale, si esprime in realtà di riconosciuta eccellenza”.

     “Come già segnalato dal Garante nazionale per l’infanzia – osservano gli specialisti – la riforma proposta sembra in primo luogo ignorare il ruolo centrale e delicato rivestito dalla Procura minorile in ambito penale, ma soprattutto civile: si calcola che siano circa 60 mila le segnalazioni civili gestite ogni anno, e di queste solo circa 20 mila ‘giungono’ all’attenzione dei giudici minorili”. I neuropsichiatri infantili fanno notare che “il lavoro con i minori e le famiglie necessita particolari competenze professionali che non sono semplicemente risolte dalle norme o dalle etichette. Devono consolidarsi in una pratica specializzata, fatta di abilità e competenze per le quali serve un continuo e specifico scambio di conoscenze. Inoltre questa ‘specializzazione’ deve essere contestuale, cioè radicata in luoghi dedicati, costruiti e pensati ad hoc”.

Commenta Antonella Costantino, presidente della Sinpia: “Nessun cittadino sarebbe tranquillo nel condurre il proprio figlio, in consultazione per un problema sanitario grave e specifico in una struttura sanitaria il cui personale non sia selettivamente specializzato per i compiti richiesti. Per le stesse ragioni riteniamo preoccupante una riforma che smantellerà le realtà specializzate operanti, consegnando la cura dei diritti dei minori a magistrati e pubblici ministeri che non hanno alcuna formazione specifica”.

     L’auspicio della società scientifica, dunque, è che “il Parlamento capisca che la razionalizzazione e il contenimento dei costi non possono accompagnarsi alla riduzione della qualità dei servizi, in presenza soprattutto di particolari fragilità. E comunque – conclude Costantino – facciamo appello alla sensibilità del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui compete decidere sulla eventuale promulgazione della legge”.

     (Com-Opa/AdnKronos)

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