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Brexit: Pronto il piano per portare la City a Milano con un sistema di giustizia e fisco ad hoc

 

     Milano, 20 gen. – Scatterà a marzo il road show del sistema Italia per convincere la city a trasferirsi a Milano. Il piano, che vede a braccetto politica e soggetti privati, è ormai completato e a banchieri, manager e professionisti che operano a Londra sarà spiegato come e perchè scegliere Milano e non Parigi o Francoforte. A quanto apprende l’Adnkronos nascerà un Distretto finanziario consortile dove verranno fatte confluire tutte le attività in uscita con la Brexit che decideranno di approdare da noi.Porta-Nuova-vista

     Il conto alla rovescia è iniziato con la risoluzione approvata dalla Commissione Finanze della Camera che impegna il governo ad agire sulla linea della cittadella finanziaria. Sono attesi tempi brevissimi per l’atto dell’esecutivo che darà il via alla costituzione del nuovo soggetto. Nel frattempo sul fronte privato il comitato Select Milano, che da tempo promuove la creazione di un distretto finanziario, sta lavorando alacremente per mettere a posto gli ultimi tasselli necessari per provare ad assicurarsi pezzi pregiati delle attività londinesi. Ma sulla validità del pacchetto complessivo messo a punto per convincere anche i più riottosi a prendere la strada per Milano sono in molti a scommettere. A chi aderirà saranno applicate norme speciali create ad hoc su fisco e giustizia.

     I manager delle multinazionali, i professionisti, i finanzieri che stabiliranno la residenza dall’estero in Italia riceveranno immediati benefici fiscali: ovvero la defiscalizzazione fino al 50% del loro reddito da lavoro per cinque anni. Come a dire che se un manager guadagnerà 1 milione di euro, pagherà le tasse solo su 500mila euro. Ma non solo. È previsto che le persone che trasferiscono la residenza in Italia pur mantenendo un domicilio all’estero possano optare per una tassa fissa di 100mila euro. Sul fronte della giustizia italiana e della sua lentezza i timori delle multinazionali dovrebbero essere spazzati via con queste misure: la prima riguarda le controversie tra operatori finanziari e clienti. Non si andrà più in tribunale, ma direttamente in Consob, rivolgendosi a una nuova figura: l’arbitro per le controversie finanziarie: avrà competenza per cause fino a 500mila euro e dovrà emettere la decisione entro sei mesi. L’altra misura messa a punto andrà a coprire le controversie legali che sorgono tra operatori finanziari.

     L’adesione al Distretto finanziario di Milano permetterà di sottoscrivere una clausola arbitrale con la quale si rimandano tutte le controversie alla Corte Arbitrale Europea. Una forma di giustizia privata, ma indipendente, che potrà applicare il diritto inglese, una misura conosciuta e apprezzata dalla business community e lontano dalle lentezze del sistema Italia. L’obiettivo iniziale del nuovo Distretto finanziario è quello di riuscire a trasferire da Londra a Milano le attività di Euroclearing, ovvero le operazioni di compensazione del mercato dei derivati in euro. Un mercato da 570 miliardi di dollari di volumi giornalieri. In grado, secondo la società di consulenza Oliver Wyman, di far girare attorno a questo business fino a 54 mila posti di lavoro.

     Una sorta di volano insomma, così da generare sempre più valore aggiunto, accreditare sempre più Milano come piazza finanziaria e agguantare soggetti del calibro di Il comitato Select Milano, stima che il distretto porterebbe nel breve periodo alla creazione di 10mila posti di lavoro, un gestito fiscale di 6 miliardi e un contributo al pil italiano di circa 20-30 miliardi di euro.

(Cre/AdnKronos)

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