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Denise Pipitone, confermata l’assoluzione di Jessica Pulizzi: nessuna prova, solo sospetti

Denise Pipitone, confermata l’assoluzione di Jessica Pulizzi: nessuna prova, solo sospetti

 

È una storia che ha commosso tutta l’Italia ma, dopo tredici anni di misteri e sospetti, è destinata a chiudersi senza un lieto fine. Anzi, con un finale aperto. L’aprile scorso la Cassazione ha confermato l’assoluzione di Jessica Pulizzi, accusata del sequestro di Denise Pipitone, la bambina di 4 anni scomparsa il 1° settembre 2004 da Mazara del Vallo. “La sorte di Denise è tuttora sconosciuta”, dicono i giudici, e a carico di Jessica Pulizzi ci sono solo indizi non idonei a dimostrare la sua colpevolezza.

 

La pista degli inquirenti: è stata la sorellastra a rapire Denise

Il prossimo 26 ottobre Denise compirà 17 anni ma nessuno sa dove si trovi o se sia ancora viva. L’unica pista accreditata per dare una spiegazione alla sua scomparsa è stata definitivamente cancellata dalla Cassazione. Dopo aver seguito la pista del rapimento da parte di zingari, infatti, le indagini della Procura di Marsala si erano concentrate sulla sorellastra, Jessica, figlia del padre naturale di Denise, ed anche Piera Maggio, madre della piccola, ha sempre fermamente creduto nella sua colpevolezza. Secondo l’accusa in quella tragica mattina di settembre, poco prima di mezzogiorno, Denise sarebbe stata prelevata dall’imputata mentre giocava per strada nei pressi della sua abitazione e poi consegnata a persone rimaste ignote. Il movente sarebbe stato il risentimento nutrito da Jessica nei confronti di Piera Maggio per la sua relazione col padre. Tra gli indizi a suo carico vi era l’intercettazione ambientale di una conversazione tra Jessica e la madre, Anna Corona, negli uffici della polizia, mentre aspettativa di essere interrogata: “Io a casa c’a purtai”, aveva detto la ragazza.

 

La Cassazione assolve Jessica Pulizzi: la sorte di Denise è tutt’ora sconosciuta

Sia in primo che in secondo grado Jessica è stata assolta dai giudici. La prima assoluzione è arrivata nel giugno 2013: la Procura aveva chiesto 15 anni per lei e 5 anni e 4 mesi per l’ex fidanzato, Gaspare Ghaleb, poi condannato a due anni di carcere per aver reso false dichiarazioni ai pubblici ministeri (reato poi caduto in prescrizione). Il procuratore generale Luigi Orsi, dinanzi ai giudici della Cassazione, non ha potuto fare altro che chiedere la conferma dell’assoluzione per assenza di indizi e prove. Non c’è alcun elemento, secondo il procuratore, che dimostri “che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia compiuto“. La Cassazione ha sottolineato che la ragazza non era l’unica a nutrire risentimento verso la bambina. Secondo i giudici, infatti, lo stesso movente era attribuibile anche alla madre di Jessica, Anna Corona, mai accusata di aver commesso il reato. Inoltre la circostanza che Jessica si trovasse al mercato, a 500 metri dal luogo della scomparsa di Denise, non è una prova che sia stata lei a sequestrare la bambina, dato che Mazara del Vallo è un centro di “ridotte dimensioni”. In definitiva i giudici evidenziano “l’inidoneità del compendio indiziario a formare la prova ogni oltre ragionevole dubbio della colpevolezza della Jessica Pulizzi, pur non disconoscendo la sussistenza di elementi di sospetto nei suoi confronti”. Per questi motivi la Corte ha rigettato tutti i ricorsi e confermato l’assoluzione di Jessica per non aver commesso il fatto.

 

I colpevoli del rapimento di Denise non vengono da lontano”, ha commentato Piera Maggio, senza nascondere l’amarezza per i tredici anni trascorsi senza che si giungesse alla verità, “uno sconosciuto non va in una periferia di una città come Mazara del Vallo a sequestrare bambini. Chi ha agito sapeva chi era Denise. Ci sono persone che sanno e non parlano per paura o per omertà. L’1 settembre 2004 è stata rapita una bambina, non un oggetto. Basta con l’omertà, chi sa parli“.

Eliseo Davì

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