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Fake news e licenziamento disciplinare: guai a diffondere notizie false

Fake news e licenziamento disciplinare

Licenziamento immediato e per giusta causa per il giornalista che pubblica notizie false. La necessità di verificare l’attendibilità della notizia è espressa chiaramente nel codice etico. Inoltre occuparsi di informazione acquista valore sociale e morale nei confronti dei lettori che si affidano alle notizie diffuse.

Non accertare l’attendibilità della notizia può far prendere fiducia del lettore e del Direttore tenuto, a quel punto, a licenziare. La diffusione della notizia fittizia porta in automatico al licenziamento del giornalista, colpevole di non aver verificato l’attendibilità della notizia.

La diffusione delle cosiddette fake news è diventato un fenomeno a cui troppo spesso si assiste. Al fine di trarre quanti più click possibili, alcuni giornalisti, copywriter e blogger valutano superficialmente le fonti delle notizie stesse.

Per il giornalista, la Cassazione ha sentenziato l’immediata applicazione del licenziamento disciplinare. Naturalmente le stesse regole dovranno essere applicate ai non giornalisti che, pur non facendo parte di una Redazione, hanno la facoltà di mettere in rete le notizie. Un maggiore controllo, dunque, sarebbe necessario.

Non dimentichiamo che chiunque si dedichi alla diffusione di notizie, sopratutto di carattere economico, politico, sociale svolge attività di rilevanza sociale. E’ un dovere morale accertarsi della veridicità di ciò che si scrive o si diffonde in rete. Tale dovere vale non solo per i giornalisti, ma per chiunque si occupi di informazione. Ciò che pesa maggiormente sul giornalista è anche il mancato rispetto del Codice Deontologico.
Il licenziamento è legittimo perché proporzionale alla infrazione commessa. Da verificare sarà poi il caso concreto, ma anche in caso di infrazione involontaria l’ipotesi del licenziamento è quella più attinente.

Sabrina Arnesano

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