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Giudici di pace in sciopero, astensione vicina al 100%

 

“L’astensione ha raggiunto una partecipazione vicina al 100%”. A dirlo sono i giudici di pace che ieri hanno cominciato lo sciopero contro la riforma della magistratura onoraria. In alcune realtà, ad esempio a Napoli ed a Firenze “molti giudici di pace, spesso in modo spontaneo, hanno deciso di attuare uno sciopero della fame per tutelare il diritto dei cittadini ad una giustizia che funzioni”.

I giudici di pace, sottolinea l’Associazione nazionale giudici di pace, “dopo 20 anni sono stati costretti a proteste senza precedenti contro lo schema di decreto legislativo approvato il 5 maggio. Si tratta di un vero e proprio ‘porcellum’ giudiziario, di stampo autoritario, incostituzionale e del tutto irrazionale. Il provvedimento determinerebbe con certezza assoluta il blocco totale della giustizia nel nostro Paese”.

I giudici di pace, ricordano, “definiscono oggi un milione di processi in tempi record, in media in meno di un anno. Se venisse approvato questo obbrobrio giuridico i cittadini non avrebbero alcuna possibilità di avere giustizia, non troverebbero più un giudice a cui chiederla, ma un soggetto che non sarebbe più tale, in quanto privo di autonomia ed indipendenza”.

“L’irrazionalità è palese: da una parte si aumentano notevolmente le competenze del giudice di pace che porteranno tale magistrato a trattare circa il 90% del contenzioso civile, dall’altra si prevede il sostanziale azzeramento delle retribuzioni, incidendo pesantemente sull’autonomia ed indipendenza del giudice e sul diritto dei cittadini ad un giustizia efficiente”, sottolineano i giudici di pace che ritengono il provvedimento “autoritario” e “di stampo medioevale: nega persino il diritto alla maternità e alla malattia”.

“Oggi (ieri, n.d.r.) nell’Unione Europea a nessun governo è consentito tagliare fino ad annullarle le retribuzioni di magistrati che trattano, già oggi circa il 50% del contenzioso civile, il 25% di quello penale e la delicatissima materia dell’immigrazione. Il tutto contro il volere del Parlamento e quindi del Popolo italiano”, spiega l’Associazione che ha sollecitato l’intervento del Capo dello Stato, nella qualità di presidente del Csm e del Parlamento “nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini ad avere nel nostro Paese una giustizia efficiente”.

(Sib/AdnKronos)

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