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Mafia: svolta nell’omicidio Fragalà, sei arresti a Palermo

Mafia: svolta nell’omicidio Fragalà, sei arresti a Palermo

      Il Procuratore Lo Voi ‘Era un segnale all’intera classe forense’

Palermo, 15 mar. (AdnKronos) – Svolta a sorpresa nell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, ucciso nel febbraio 2010 nei pressi del Tribunale di Palermo. I Carabinieri di Palermo hanno arrestato sei persone con l’accusa dell’omicidio del noto professionista, ex deputato. “E’ stato un segnale all’intera classe forense”, dice il Procuratore capo Francesco Lo Voi. Il gip ha riconosciuto ai sei arrestati anche l’aggravante mafiosa.In passato erano già stati eseguiti degli arresti sull’omicidio Fragalà, ma la loro posizione venne archiviata. Oggi la svolta. “Si tratta di un passo avanti estremamente importate nelle indagini che riguardano questa vicenda e che ha avuto un percorso precedente che aveva già portato all’emissione di ordinanze cautelari poi revocate con archiviazione del procedimento”, dice il Procuratore Francesco Lo Voi incontrando i giornalisti. “Però questo non ha comportato che le indagini si fermassero – dice Lo Voi – anzi, appena avuto l’opportuntò di recuperare qualche nuovo spunto che ci consentisse di indagare su qualche nuovo filone, siamo andati avanti perché ritenevamo importante che per un fatto così grave come l’omcidio di un professionista non dovesse esserci una adeguata risposta”. In carcere tre degli uomini che erano già stati arrestati per l’omicidio.

“L’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà è stato un omicidio di mafia. Furono i vertici di Cosa nostra a volerela morte del professionista”. Lo ha detto il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, parlando della svolta nell’omicidio di Fragalà, con i sei arresti eseguiti oggi dai Carabinieri. Il gip ha contestato agli arrestati l’aggravante mafiosa. Alla svolta si è arrivati anche grazie alla collaborazione del pentito Francesco Chiarello. “Era a conoscenza di numerosi particolari – spiega Lo Voi – Abbiamo anche una confessione in diretta di un indagato che, nel corso di una conversazione con la moglie, dopo avere appreso della collaborazione di Chiarello, comprende di essere gravemente a rischio. Disse ‘Se questo parla, sono rovinato’. Lasciando sbigottita la stessa moglie”.
Per Lo Voi è stato omicidio volontario. “Seppure con le forme del dolo eventuale”.
L’avvocato Enzo Fragalà andava punito perché per i mafiosi era “curnutu e sbirru”. Ma anche “perché con i suoi atteggiamenti nei confronti dei suoi assistiti che inviata ad una apertura verso gli inquirenti aveva irritato e infastidito Cosa nostra. E per questo andava punito”. Così il Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, parlando dei sei arresti per l’omicidio Fragalà. Adesso è confermato quanto detto da più parti in passato: è stato un omicidio di mafia. Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Palermo diretta da Francesco Lo Voi, coadiuvato da Leonardo Agueci, Maurizio Scalia, Caterina Malagoli, Francesca Mazzocco e Antonino Di Matteo ed eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, sono state riaperte a seguito di nuove intercettazioni e collaborazioni, terminando con l’emissione di un ordinanza di custodia cautelare a carico di 6 persone.

Nei mesi di luglio 2013 e gennaio 2014, all’interno del carcere di Parma, sono stati intercettati due distinti colloqui tra l’allora reggente del mandamento di Porta Nuova, Giuseppe Di Giacomo e il fratello ergastolano Giovanni Di Giacomo. “Durante quelle conversazioni – dicono gli investigatori – emergeva chiaramente come i due mafiosi fossero a conoscenza che gli autori dell’omicidio dell’avvocato Fragalà erano affiliati al mandamento mafioso di Palermo Porta Nuova e, in particolare, alla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio”.

Il 27 aprile del 2017 Francesco Chiarello, affiliato alla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, aveva manifestato la volontà di collaborare con la Giustizia. Durante il primo interrogatorio, il neo collaboratore dichiarava di essere a conoscenza delle modalità esecutive dell’omicidio dell’avvocato Fragalà “confermando che gli autori dell’agguato erano stati Francesco Arcuri, Antonino Abbate, Antonino Siragusa e Salvatore Ingrassia. In aggiunta, specificava che all’esecuzione del delitto avevano partecipato due ulteriori soggetti mai emersi nella precedente attività di indagine: Paolo Cocco, genero di Ingrassia e Francesco Castronovo”.

(Ter/AdnKronos)

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