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Responsabilità medica: Csm, risoluzione sulla selezione dei periti nei procedimenti in materia sanitaria

Il Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato all’unanimità una risoluzione con la quale si interviene sui criteri per la selezione di periti e consulenti da parte dell’autorità giudiziaria nei procedimenti che hanno per oggetto la responsabilità sanitaria.

Con questa risoluzione, proposta dalla VII Commissione presieduta da Claudio Galoppi, il CSM raggiunge due obiettivi. In primo luogo tale decisione avvia, con tempestività, l’attuazione delle novità legislative introdotte dalla legge n. 24 del 2017, che ha previsto la revisione dei relativi albi, compresi taluni criteri validi per le future nuove iscrizioni, quali l’indicazione dell’esperienza professionale maturata e degli incarichi conferiti e revocati.

In secondo luogo tale decisione diventa un utile precedente per procedere, anche negli altri settori in cui si articolano gli albi dei periti tenuti presso ogni tribunale, nella direzione di una maggiore trasparenza ed efficienza delle nomine dei periti, consentendo al magistrato di accedere con facilità ad elenchi e a curricula aggiornati.

Relatori della pratica sono stati il consigliere Claudio Galoppi, presidente della Settima Commissione e il professore Renato Balduzzi, a cui giudizio ”superare la situazione che permetteva l’iscrizione in tali albi con il mero possesso del titolo di specialista significa dare al magistrato la possibilità di avvalersi di ausiliari con specifica e comprovata esperienza, sapendo quali e quanti incarichi il professionista nominando ha avuto e le loro vicende”.

Questo è il frutto – prosegue Balduzzi – della collaborazione tra Csm, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e Consiglio nazionale forense, che hanno condiviso l’esigenza di stipulare appositi protocolli contenenti linee guida rivolte a tribunali e ordini professionali per favorire l’omogeneità dell’attuazione della legge 24. Ciò costituirà una maggiore garanzia sia per il magistrato chiamato a esercitare il proprio ruolo di peritus peritorum, sia per le parti del processo, a cominciare dalla parte offesa”.

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