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Tribunale di Pordenone: negoziazione assistita senza notaio. Aiga: “I tempi sono maturi per l’allargamento delle competenze degli avvocati”

Se dovesse trovare spazio in successive pronunce, il principio affermato nella sentenza del Tribunale di Pordenone potrebbe avere rappresentare una vera e propria svolta per la professione forense. Il tribunale della città friulana ha infatti accolto il ricorso di due avvocate che chiedevano l’autorizzazione alla trascrizione nei registri immobiliari di un passaggio di proprietà, nell’ambito di una pratica di negoziazione assistita tra due coniugi in fase di separazione. Con un piccolo particolare: senza nessuna assistenza da parte di un notaio. Più in particolare, i coniugi avevano trovato un accordo, ma la pratica per la cessione di un immobile era stata bloccata alla Conservatoria dei registri immobiliari, poiché era ritenuta indispensabile la garanzia o l’autenticazione del notaio. Le parti hanno impugnato il provvedimento, e il Tribunale in composizione collegiale ha accolto la domanda, sancendo che il Conservatore dovrà trascrivere il passaggio di proprietà senza coinvolgere il notaio.

Il provvedimento rappresenta ancora una novità assoluta nel nostro ordinamento e non c’è da stupirsi se l’Aiga – da tempo impegnata in una campagna per trasferire alcune competenze dei notai agli avvocati – lo saluti come una vera e propria “svolta” della giurisprudenza. « Questa sentenza apre la strada ad una nuova consapevolezza degli avvocati, ed attesta la sussistenza di tutte le condizioni per riconoscere ai legali potestà certificative, nell’interesse della concorrenza e quindi dei cittadini » afferma soddisfatto il presidente dell’Associazione dei giovani avvocati, Michele Vaira.

D’altronde, sostiene l’Aiga, gli avvocati già rivestono la qualifica di pubblici ufficiali relativamente ad alcune attività professionali e «ben possono, al pari dei notai, garantire la pubblica fede di numerosi negozi giuridici, con particolare riferimento alla materia contrattuale».

In tal senso, sottolinea ancora Vaira, era stato concepito il Ddl concorrenza che, prima della modifica operata dalla Camera dei Deputati, prevedeva la possibilità per gli avvocati di autenticare gli atti di trasferimento immobiliare, pur con alcune limitazioni.

La pronuncia del Tribunale di Pordenone evidenzierebbe dunque che «i tempi sono ormai maturi per soddisfare la richiesta di tutela dei cittadini, con l’allargamento delle competenze degli avvocati».

Redazione

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