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Danno da vacanza rovinata? È necessario giustificarlo e provarlo per ottenere il risarcimento

Danno da vacanza rovinata? È necessario giustificarlo e provarlo per ottenere il risarcimento

La Suprema Corte si è recentemente pronunciata con l’ordinanza n. 24607 del 2017 sul delicato tema del danno da vacanza rovinata. In particolare, il ricorrente aveva stipulato con controparte, una nota casa automobilistica, un contratto che prevedeva in caso di guasto dell’autovettura l’immediata fornitura di un veicolo sostitutivo per tutta la durata delle operazioni di riparazione e manutenzione. L’autovettura del ricorrente subiva appunto un guasto nel corso di una vacanza senza che la casa automobilistica adempisse all’obbligo di fornire il veicolo sostitutivo, impedendo in tal modo al ricorrente di godere appieno del proprio soggiorno in villeggiatura e dei relativi servizi. L’acquirente dell’autovettura adiva quindi il giudice di pace per vedersi riconoscere non solo il danno da inadempimento contrattuale ma anche l’ulteriore nocumento patito “per vacanza rovinata”.

La posizione della Suprema Corte sul danno da vacanza rovinata e sulla prova in giudizio

La Corte di Cassazione, chiamata in ultima istanza a pronunciarsi sulla vicenda, accertava che al ricorrente era giustamente dovuto il ristoro a titolo di responsabilità contrattuale per la mancata fornitura dell’autovettura sostitutiva, ma non l’ulteriore risarcimento per vacanza rovinata. La Suprema Corte infatti contesta al ricorrente di non aver mai, nei precedenti gradi di giudizio, fornito informazioni dettagliate sulla propria vacanza, né dimostrato specificamente i pregiudizi economici patiti. L’unico documento versato in atti a tal proposito, infatti, era una quietanza di pagamento collegata alla vacanza, che la Corte in sé ritiene non sufficiente alla prova. La Corte ribadisce in questa sede un importante principio: i fatti posti a fondamento di una pretesa azionata in giudizio devono essere non solo provati, ma l’attore deve anche fornire un’adeguata ricostruzione delle vicende che spieghi adeguatamente i profili di fatto. Non è quindi sufficiente allegare una quietanza, se negli atti di causa non si giustifica approfonditamente (sia da un punto di vista probatorio, sia teorico) l’esistenza di un danno da vacanza rovinata.

Davide Gambetta

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