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Spia facebook e mail dell’ex: è stalking

La gelosia ossessiva di un uomo, le minacce e le illegittime intrusioni negli account dell’ex. La Suprema Corte, con la sentenza 25940/2017, ha messo la parola fine a questa vicenda condannando l’uomo per stalking.

Il fatto

La vicenda originava dalle condotte ossessive, poste in essere da un uomo, ai danni della propria ex. Intrusioni ripetute e assillanti nella vita privata della donna, anche mediante indebiti accessi  negli account di posta elettronica e facebook, che costringevano la vittima a modificare le proprie abitudini di vita. La donna si vedeva, infatti, costretta a trasferirsi presso l’abitazione della madre e a cambiare le utenze telefoniche, nonché tutti i propri account informatici, mail e social.

Il processo

L’uomo imputato del reato di stalking veniva assolto in primo grado dal Tribunale di Cremona. Sentenza riformata dalla Corte d’Appello di Brescia. L’uomo, dunque, proponeva ricorso in Cassazione avverso la pronuncia di condanna.

La parola agli Ermellini

Gli Ermellini non hanno dubbi: anche le illegittime intrusioni informatiche, possono integrare il grave reato di stalking. La Suprema Corte ha, dunque, confermato la condanna dell’uomo sulla base dell’incidenza negativa sulla vita della vittima.

In giudizio, infatti, era emerso chiaramente come le ripetute molestie dell’uomo avevano provocato un grave stato di ansia nella donna (attestato dalla diagnosi di distrurbo post traumatico da stress) costringendola, altresì, ad alterare e modificare le proprie abitudini di vita, cambiando casa e tutti i propri recapiti telefonici ed informatici.

Domenica Maria Formica

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