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Ape Social e Ape Precoci: le due nuove forme di pensionamento anticipato

La tanto attesa e desiderata pensione potrebbe essere alle porte per i moltissimi lavoratori che si sono affacciati al mondo del lavoro da giovanissimi, i cosiddetti lavoratori precoci, o per alcune categorie di lavoratori c.d. svantaggiati o usurati, che, grazie ai due decreti attuativi della Legge di Bilancio firmati dal ministro Gentiloni in data 23 maggio 2017, potranno avere accesso al pensionamento anticipato, usufruendo della c.d. Ape Social o dell’Ape Precoci.

Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha annunciato l’intervento sulle pensioni affermando che, con tali decreti sull’Ape social e precoci “si consentirà a decine di migliaia di lavoratori, in condizioni di difficoltà, di anticipare fino a tre anni e sette mesi l’età di pensionamento, con potenziali effetti positivi sul ricambio generazionale in azienda e quindi sulle opportunità di ingresso al lavoro per i giovani”.

Una riforma benefica quindi sia per i lavoratori che potranno accedere al pensionamento anticipato, in presenza di tutti i requisiti, sia per i giovani che vedranno aprirsi nuove possibilità lavorative grazie al ricambio generazionale.

Ape Social, i requisiti per fare domanda

Per accedere all’Ape Social e quindi al pensionamento anticipato, i lavoratori dovranno presentare domanda per l’anno in corso entro il 15 luglio 2017 e, per gli anni successivi, entro il 1 marzo.

Ma chi può accedere ai nuovi benefici?

L’Ape Social è una misura di carattere assistenziale erogata dall’Inps e destinata ai lavoratori svantaggiati o disagiati di almeno 63 anni purché non titolari di altra forma di pensione che potranno beneficiare della nuova indennità sociale fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.

Per lavoratori svantaggiati o disagiati si intendono sia i disoccupati che non beneficiano di indennità di disoccupazione, sia i lavoratori impegnati in assistenza di un familiare disabile, quelli che hanno subito una riduzione di almeno il 74% della capacità lavorativa e quelli impegnati in lavori usuranti. Tra i lavoratori c.d. usurati vengono individuati anche, tra le molte categorie, operai di particolari settori industriali, operatori ecologici, insegnanti, personale sanitario e delle ferrovie che potranno accedere al sussidio e quindi, in sostanza al pensionamento anticipato, se abbiano compiuti i 63 anni di età.

Sono circa 35 mila i lavoratori che potranno essere interessati dall’ape social con un evidente impatto sul mercato del lavoro ed un’uscita complessiva di spesa per le casse dello stato stimata per l’anno 2017 superiore a 300 mila euro.

Ape precoci, chi rientra nel pensionamento anticipato?

La seconda forma di prepensionamento introdotta dalla riforma è l’Ape Precoci, riservata quest’ultima ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare sin da giovanissimi.

In particolare, l’Ape Precoci è riservata ai lavoratori che abbiano raggiunto la c.d. “quota 41” ovvero abbiano versato 41 anni di contributi di cui almeno 12 mesi prima del compimento del 19° anno di età e che, al momento della domanda, versino in una delle condizioni di svantaggio sopra indicate ovvero siano disoccupati senza indennità, assistano un familiare disabile o siano privi di capacità lavorativa in misura pari ad almeno il 74% o che svolgano una delle professioni definite usuranti.

Ape social e precoci, le domande

I lavoratori che siano in possesso dei requisiti richiesti per l’accesso ai due nuovi benefici di prepensionamento, dovranno fare domanda per l’anno in corso entro il 15 luglio 2017.

Per gli anni successivi, il termine per le domande scadrà invece nel mese di marzo.

A seguito della domanda, l’ente Inps accerterà la sussistenza dei requisiti dichiarati ed entro ottobre comunicherà l’ammissione o meno al beneficio, previa verifica della susdistenza dei fondi statali.

Martina Scarabotta

 

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