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Danno da stress cagionato dall’ambiente di lavoro: quando scatta?

Ambiente di lavoro eccessivamente stressante: scopriamo come e quando si può parlare di danno non patrimoniale da stress.

Danno da stress: quando viene richiesto?

L’eccessivo stress al lavoro provoca gravi e seri danni, soprattutto sul piano esistenziale. Per riuscire ad ottenere un risarcimento per il danno da stress, però, è necessario provare quest’ultimo con precisione. Non è sufficiente infatti operare un generico riferimento allo stress o all’eccessiva pesantezza dei ritmi e dei carichi lavorativi.

Danno da stress
Danno da stress

La Corte di Cassazione, con la recentissima sentenza n. 1185 del 2017, si è infatti pronunciata sul caso di una lavoratrice che ha richiesto il riconoscimento dei danni, patrimoniali e non, per le condotte mobbizzanti subite. Alla lavoratrice però non è stato riconosciuto alcunché, alla luce del consolidato orientamento della Corte Suprema che quest’ultima ha avuto modo ed occasione di precisare e sintetizzare nella sentenza.

In quali casi si configura il danno da stress?

E’ stato evidenziato che il danno non patrimoniale è risarcibile nei soli casi previsti dalla legge (come disciplina l’art. 2059 c.c.). Di fatto, quindi, è risarcibile:

·         Il fatto illecito quando questo è astrattamente configurabile come reato: alla vittima spetta il risarcimento del danno scaturente dalla lesione di un qualsiasi interesse della persona tutelato dall’ordinamento, anche non necessariamente costituzionale;

·         Quando la legge consente espressamente il risarcimento anche fuori dalle ipotesi di reato: in questo caso verrà ristorato il danno provocato dalla lesione dei soli interessi tutelati dalla legge attributiva del risarcimento;

·         Quando il fatto illecito ha violato in modo grave diritti inviolabili della persona, costituzionalmente garantiti: in questo caso il giudice selezionerà caso per caso gli interessi lesi e da tutelarsi col riconoscimento del risarcimento del danno non patrimoniale.

Danno da stress: come viene determinato?

Il Giudice quindi, soprattutto quando viene chiesto il ristoro della lesione di diritti o interessi non regolati da un’apposita legge, è tenuto a concedere la tutela in caso di danni precisi, distinti ed autonomi rispetto agli altri danni subiti (ad esempio patrimoniali). Il giudicante quindi non può disporre una liquidazione di tipo automatico, ma deve utilizzare criteri predeterminati, tenendo conto delle condizioni personali del lavoratore e della particolarità del caso concreto.

Quando scatta il danno da stress?

Affinché il Giudice possa effettuare tale verifica del caso concreto, è necessario che la parte abbia allegato tutti gli elementi di fatto circa l’esistenza e l’entità del pregiudizio, in modo circostanziato e senza ricorrere ad enunciazioni generiche ed astratte. La lesione infatti deve essere provata in termini di violazione dell’integrità psico-fisica o di pregiudizio alle condizioni di vita personali o sociali.

Danno da stress
Danno da stress

La sentenza ci offre quindi un’importante fotografia degli elementi necessari per chiedere ed ottenere il riconoscimento dei danni subiti. Ciò che emerge è che non è ipotizzabile un generico danno da stress, ricavabile in via presuntiva dalla semplice descrizione di un’attività lavorativa particolarmente snervante. Affinché sia concessa la tutela risarcitoria, è invece necessario e importante allegare e provare con precisione i danni subiti.

Erica Vianini

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