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La canapicoltura, un utilizzo in molteplici campi

Il dibattito sulla possibile legalizzazione della cannabis sta alimentando le discussioni nel nostro paese, con pareri favorevoli e opinioni discordanti, specialmente in seguito all’approvazione al Senato del disegno di legge per la promozione della coltivazione della canapa industriale.

Con la legge 242/2016 infine, “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, entrata in vigora il 14 gennaio 2017, il legislatore è intervenuto sulla normativa in materia.

Ma cos’è la canapa? In cosa consiste la canapicoltura?

Canapa: definizione

La canapa, o cannabis, è una pianta erbacea della famiglia delle cannabaceae.

Nel gergo comune, si tende a distinguerla dalla marijuana – cannabis, ma in realtà la pianta è sempre la stessa, la canapa. La differenza consiste nella presenza, nella cannabis, di un principio attivo con effetti psicotropi e psicoattivi (Thc) in dosi maggiori rispetto alla canapa, che ne è quasi priva.

Le sue origini, a prescindere dalla composizione e dalla dose di THC, sono incerte (pare che la provenienza sia asiatica), tuttavia la sua produzione ed il suo utilizzo sono da sempre molto ampi e diffusi in tutto il mondo.

Canapicoltura: cos’è e come può essere utilizzata la canapa

La canapicoltura è, come indica il nome stesso, la coltivazione della canapa.

L’utilizzo primario e principale, in quanto pianta, è naturalmente quello agricolo, basato su un ciclo annuale.

Dall’estrazione dei suoi semi è inoltre possibile ricavare oli cosmetici ricchi di nutrienti per l’organismo, oli alimentari, ed estrarre farine utilizzabili per impasti da forno dolci e salati: il suo valore nutritivo è infatti altissimo per l’uomo.

Non bisogna tuttavia credere che la canapa abbia solo usi strettamente agricoli.

La coltura di questa fibra, infatti, ha numerosi utilizzi di natura commerciale, ed è stata usata per secoli per la produzione di corde, tessili, e carta.

Dalla lavorazione delle fibre possono ricavarsi tessuti sia per l’abbigliamento che per l’arredamento.

Una delle ulteriori – e principali – applicazioni della canapa, a riprova delle sue ampie potenzialità, è la fabbricazione di materiali edilizi, che al giorno d’oggi possono declinarsi in un’ottica di biodiversità. La duttilità della canapa e le sue trasformazioni permettono infatti di impiegarla come sostituta di vernici, legno, mattoni (con la creazione di eco-mattoni in grado di assorbire anidride carbonica), e perfino del cemento: possibile anche la produzione di combustibili da biomasse.

La sua estrema versatilità consente infine di considerarla anche per la produzione di plastiche attraverso l’estrazione della sua cellulosa, con interessanti ripercussioni in tema di tutela ambientale e fonti di energie pulite, sostitutive dei combustibili fossili.

A conti fatti, pertanto, la coltivazione di questa pianta – nella versione priva di Thc – può aprire numerosi scenari di natura commerciale, sia su bassa che su larga scala, in un contesto contemporaneo sempre più orientato alla salvaguardia dell’ambiente ed alla ricerca di materiali non inquinanti.

Chiara Pezza

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