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Magistratura indipendente, no alla separazione delle carriere

Roma, 6 mag. – “Magistratura Indipendente invita i propri rappresentanti al Comitato Direttivo Centrale a sollecitare una immediata presa di posizione dell’Anm in relazione all’iniziativa patrocinata dalle Camere Penali di una proposta di legge d’iniziativa popolare in materia di separazione delle carriere, ribadendo che qualsiasi intervento sul punto e in materia di obbligatorietà dell’azione penale rappresenta un grave vulnus all’indipendenza della magistratura come disegnata dalla nostra Costituzione”. E’ quanto si legge in una nota di Magistratura Indipendente in conclusione della riunione del proprio Comitato Esecutivo.

Il gruppo di magistrati guidato da Antonello Racanelli e Giovanna Napoletano, inoltre, ”invita i propri rappresentanti al Cdc a sollecitare un ulteriore momento di riflessione sulla questione della magistratura onoraria, anche alla luce delle condivisibili considerazioni espresse dai capi di alcuni uffici giudiziari”, evidenziando ”la necessità di tutelare alcune legittime aspirazioni dei magistrati onorari pregiudicati dall’incapacità e dall’inerzia della politica in materia”.

Per quanto riguarda il problema dei magistrati in politica, il gruppo di Magistratura Indipendente manifesta infine ”la necessità di una puntale disciplina sui paletti in ingresso e in uscita”, fondata sull”’assoluta incompatibilità di esercizio contestuale, oggi possibile, di funzioni giudiziarie e attività politico-amministrativa”.

Relativamente agli incarichi elettivi, si auspica il ”rispetto degli attuali vincoli costituzionali valutando ulteriori interventi sulla disciplina del rientro in magistratura”, mentre afferma che ”la riflessione sugli altri incarichi politico-amministrativi, non coperti da garanzia costituzionale, deve necessariamente allargarsi, sotto il profilo della tutela dell’indipendenza e dell’imparzialità dei soggetti interessati, anche agli incarichi di diretta collaborazione con gli organi politici caratterizzati da un alto livello di fiduciarietà e da meccanismi di cooptazione”.

”Nell’ambito di tale riflessione – conclude la nota di Mi – non si può prescindere dal considerare l’importanza della presenza dei magistrati ordinari, come di altre categorie magistratuali, nel ricoprire tali incarichi”.

(Rre-Asc/AdnKronos)

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