Shopping Cart

Sostegno alle vittime di reato, firmato protocollo Ministero della giustizia e Rete Dafne

Il ministero della Giustizia e la Rete Dafne insieme nell’aiuto e il sostegno alle vittime di reato: sottoscritto un protocollo d’intesa con lo scopo di realizzare una mappatura dei servizi di assistenza alle vittime esistenti su tutto il territorio nazionale.

”Siamo un Paese che ha iniziato a muoversi da poco per la tutela effettiva delle vittime di reati – ha spiegato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, durante la conferenza di presentazione del progetto – Il fondo per i risarcimenti alle vittime di reati violenti è stato attivato solo due anni fa e ammontava a 2,6 milioni di euro.

Quest’anno con la legge europea siamo passati a 40 milioni: un passo importante, ma ancora non sufficiente rispetto ala drammaticità delle situazioni da affrontare. Qui però si tratta di andare oltre le prerogative processuali della persona offesa titolare di diritti, e promuovere la tutela della vittima anche come portatrice di bisogni che vanno soddisfatti. Per questo ci siamo avvalsi della collaborazione di Rete Dafne, che si è mossa in questi anni ad ampio spettro su tutto il territorio italiano”.

I servizi di assistenza extra-processuale appaiono disomogenei sul territorio nazionale. E’ proprio allo scopo di promuovere la creazione di livelli uniformi in questo campo che si è deciso si verificare quali servizi siano operativi a livello locale nelle diverse Regioni, e così “individuare le migliori pratiche, definire gli standard minimi di assistenza e infine arrivare all’accreditamento dei soggetti”,

individuando anche i mezzi idonei a pubblicizzarli, come ha spiegato Orlando: ”Definire cosa vuol dire assistere la vittima è molto complicato, il protocollo serve come primo passo per un percorso che dovrà portare alla costruzione di un servizio nazionale di assistenza integrata”.

Con la firma del protocollo il ministero della Giustizia vuole dare attuazione alla normativa europea in tema di assistenza alle vittime di reato, e in particolare alla direttiva UE/29/2012 che ha previsto – accanto a disposizioni che riguardano i diritti della vittima nel corso delle indagini preliminari, durante il processo e dopo la sua conclusione – che gli Stati Membri istituiscano un servizio nazionale di assistenza alle vittime di tutte le tipologie di reato, in relazione ai loro bisogni di tipo emotivo, psicologico, economico, medico, legale, linguistico ecc.      Un’attività nella quale si è distinta in questi anni la Rete Dafne: un’associazione onlus che riunisce soggetti pubblici e privati proprio con l’intento di dare ascolto e sostegno alle persone che hanno sofferto in conseguenza di un reato. Nata nel 2008 su iniziativa della ex Provincia di Torino, raccoglie le adesioni di Città metropolitana di Torino, Comune di Torino, Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO2, Associazione Gruppo Abele e Associazione Ghenos, con la partecipazione e il sostegno della Compagnia di San Paolo.      Le persone che si rivolgono alla Rete Dafne possono ottenere un sostegno sia ai vissuti emozionali sia ai bisogni materiali. Il Pubblico Ministero, il personale di Polizia Giudiziaria, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, gli operatori sociali e sanitari che siano interpellati da una persona offesa possono informarla della possibilità di rivolgersi alla Rete per ricevere assistenza. Rete Dafne offre inizialmente uno o più incontri di accoglienza, in condizione di massima riservatezza, volti a fornire un orientamento rispetto alle possibilità di assistenza previste, “anche di ordine psicologico e, se necessario, psichiatrico”, come ha spiegato il presidente della Rete, l’ex magistrato Marcello Maddalena, durante la conferenza.

Le persone che si rivolgono alla Rete Dafne, attraverso un operatore di riferimento, vengono aiutate ad individuare le opportunità presenti sul territorio e i servizi, pubblici e del privato sociale, che si occupano di protezione, lavoro, formazione, casa, accesso alle cure, e anche dell’accesso a fondi di risarcimento.

Con la firma del protocollo, l’associazione sarà chiamata a trasmettere a tutte le associazioni che operano nel settore, risultanti dagli albi dell’Agenzia delle entrate e da quelli regionali, una scheda di rilevazione dei servizi, con informazioni essenziali per avere un quadro esaustivo della situazione esistente, di cui collezionerà le risposte per poi inviarle a via Arenula.

“Servirà poi la creazione di una commissione presso il ministero della Giustizia per la valutazione delle schede”, ha spiegato Marcello Maddalena. Il ministro Orlando non ha escluso un futuro finanziamento pubblico del servizio integrato di assistenza: “Prima però si rende necessaria questa mappatura – ha detto – Anche per individuare i soggetti che potranno degnamente usufruirne”.

Ultimi articoli

IL SALARIO MINIMO GARANTITO: TRA SPERANZE, UTOPIE E REALTÀ
AI Act. Rischi e prospettive sui diritti fondamentali.
Digitalizzazione e Rapporto di Lavoro: “Intelligenza artificiale: pregiudizi e opportunità”.
Le Delocalizzazioni nella Prospettiva Eurounitaria

Formazione Professionale per Avvocati
P.Iva: 07003550824

Privacy Policy | Cookie Policy

Partner