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Inaugurazione dell’anno giudiziario al Consiglio di Stato. Pajno: «Il Pat traguardo storico. I vantaggi molto superiori all’iniziale disagio»

Questa mattina a Palazzo Spada il gioco prospettico degli affreschi della Sala di Pompeo ha fatto da sfondo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato. Tantissime le autorità presenti in sala. Oltre ad una folta rappresentanza del Governo, si nota in prima fila la presenza del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.inaugurazione dell'anno giudiziario al Consiglio di Stato

La relazione del Presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, offre il ritratto di un sistema in grande trasformazione, in cui la giustizia amministrativa assume sempre più la dimensione di «servizio al cittadino», anche per l’aumento delle decisioni che riguardano questioni cruciali per il Paese. «Nella giurisprudenza del giudice amministrativo – spiega Pajno – accanto ai temi legati al rapporto fra diritto ed economia, tra potere pubblico e mercato, tra regolazione e contrattazione pubblica, tra ambiente e governo del territorio, acquistano un rilievo specifico le questioni riguardanti l’immigrazione, quelle concernenti i grandi servizi pubblici che costruiscono la cittadinanza sociale, quelle riguardanti l’esercizio del potere a fronte dei nuovi diritti». In questo contesto si è assistito ad una mutazione del «fuoco dell’intervento della giurisprudenza amministrativa»: aumenta la rilevanza delle materie relative ai diritti sociali, e quindi ai servizi: sono i servizi resi dalla pubblica amministrazione a rendere effettivi questi diritti. Ciò che rileva, dunque, non sono soltanto i diritti, ma più in generale le «situazioni soggettive fondamentali». È di queste situazioni soggettive fondamentali che, in presenza dell’esercizio del potere, conosce il giudice amministrativo. Ed è così che egli diventa «non solo giudice del potere ma giudice del rapporto di questo potere con la società nel suo complesso. Questo giudice deve saper cogliere l’evoluzione dell’ordinamento che, a sua volta, cerca di adeguarsi e di dare risposte all’evoluzione della società. Deve saper incrociare, dall’interno, la contemporaneità».Il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno

La sfida, spiega il presidente del Consiglio di Stato, è quella di dare risposta all’aumento dell’incertezza del cittadino e di restituirgli fiducia nella capacità dell’ordinamento di dare risposte effettive. Secondo Pajno la riduzione del grado di incertezza passa proprio dal recupero di fiducia nel sistema normativo e giudiziario. E non si può pensare di ridurre il tasso di incertezza tipico delle società complesse «con la semplice moltiplicazione delle regole. In un certo senso, anzi, l’iper-regolazione è un fenomeno tipico di sistemi nei quali prevale la sfiducia; poiché non ci si fida gli uni degli altri, si cerca di sostituire la cooperazione con la coazione, imposta appunto attraverso le regole. La fiducia, invece, ove esistente – ha sottolineato il presidente del Consiglio di Stato – consente la cooperazione volontaria, meno costosa e più produttiva della coazione. Una giustizia efficiente e tempestiva, chiara nelle sue decisioni e coerente nei suoi orientamenti, efficace nell’esecuzione, è in grado di rendere poco convenienti i comportamenti che, violando le regole, tradiscono la fiducia, e di promuovere, invece, la cooperazione e l’adesione volontaria al precetto normativo».

È su queste premesse che Pajno rivendica i progressi del sistema di giustizia amministrativa, che nell’ultimo anno, anche per effetto della entrata in vigore del codice del processo amministrativo, ha visto l’arretrato ridursi del 10%. In materia di appalti pubblici, aggiunge, i ricorsi sono decisi dal Consiglio di Stato in 198 giorni e dai Tribunali amministrativi in 154. Anche il tempo intercorrente tra il deposito del ricorso e la prima decisione collegiale è passato dai 700 giorni del 2010 ai 200 giorni del 2016. «In un anno in cui le carenze di organico hanno sfiorato punte del 40%, il trend positivo dell’ultimo quinquennio è stato sostanzialmente confermato, nonostante il carico ulteriore costituito dai pareri sulle riforme della pubblica amministrazione, dei contratti pubblici e delle linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione». Nelle materie di maggior spessore economico, in particolare quelle riguardanti i contratti pubblici o gli atti delle Autorità indipendenti, i giudizi amministrativi – rivendica ancora Pajno – sono definiti rapidamente (circa un anno/un anno e mezzo), con tempi in linea o addirittura al di sotto di quelli medi europei».

Grande soddisfazione anche per l’introduzione del processo amministrativo telematico (Pat): «Si tratta di un risultato storico che ci pone all’avanguardia. Siamo felici di avere fatto fronte tempestivamente alle sfide che avevamo davanti, superando non poche difficoltà. Da quest’anno, tutto viaggerà in digitale: dal primo atto del processo – la notifica del ricorso – all’ultimo atto – la firma e la pubblicazione della decisione. Si apre, ora, una fase di cambiamento nel modo di lavorare di giudici, avvocati e personale amministrativo. Come accade per tutte le svolte radicali, il primo periodo richiederà una fase di un monitoraggio, approntando al termine, se del caso, adeguati interventi correttivi. Sono però certo che col tempo i vantaggi in termini di semplificazione, economicità, razionalizzazione delle procedure faranno dimenticare le prime difficoltà».

(Amer)

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