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Espropriazione, l’indennità va calcolata anche tenendo conto del valore del soprassuolo

L’espropriazione costituisce un atto con cui la Pubblica Amministrazione manifesta la propria potestà rispetto agli interessi privati. Infatti, uno dei diritti più intimamente collegato alla sfera del singolo – il diritto di proprietà – viene svuotato di contenuto per raggiungere finalità pubbliche. La legge, tuttavia, pone a tutela del cittadino espropriato alcune forme di tutela. Fra queste, il diritto di ottenere un indennizzo, parametrato al valore di mercato del bene che egli perde a seguito dell’espropriazione.

Espropriazione, come si calcola l’indennità

La Cassazione, con l’ordinanza n°3952/2018, si sofferma sui metodi di calcolo di detto indennizzo. Nel provvedimento, la Corte compie alcune importanti precisazioni. Il ricorrente impugna la sentenza di appello in quanto ritiene che il giudice avesse erroneamente escluso dal computo dell’indennità il valore del soprassuolo. In particolare, si trattava di piantagioni situate sopra il terreno oggetto di esproprio. A detta dell’autore dell’impugnazione, ciò avrebbe portare a determinare il quantum a lui dovuto in misura inferiore alla somma effettivamente spettante.

Espropriazione, la presenza di piantagioni aumenta l’utilità del terreno

La Suprema Corte evidenzia come, alla luce della sua mutata giurisprudenza, la decisione di secondo grado debba essere cassata con rinvio. A base di tale considerazione, alcune sentenze della Corte Costituzionale e della Corte EDU. Argomentando dall’art. 42, comma 3, Cost., l’ordinanza valorizza il principio del serio ristoro che la Costituzione richiede per il sacrificio della proprietà per motivi d’interesse generale. Secondo la Cassazione, l’interpretazione di tale principio si è evoluta nel senso per cui si impone di tenere conto, ai fini della determinazione dell’indennità, dell’aumento di valore di cui il suolo viene a beneficiare in ragione del soprassuolo esistente. Solo così può essere individuato il giusto prezzo del bene. Infatti, solo in questo modo si attribuisce lo giusto valore a ciò che connota il terreno e ne aumenta l’utilità.

Pertanto,  i giudici ribadiscono che «qualora le piantagioni che insistono sul suolo espropriato contribuiscano a connotarne le caratteristiche fisiche, tanto da incidere sul valore e contribuire all’appetibilità dello stesso ove inserito in un mercato virtuale, del relativo valore occorre tenere conto». Un sospiro di sollievo, allora, per l’espropriato che dovrà vedersi riconosciuta un’indennità realmente commisurata al valore del terreno.

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